internazionali di tennis 2019

I segreti dei campioni: le racchette degli Internazionali BNL

Incordate le racchette… si comincia l’11 maggio… Gli Internazionali di Tennis di Roma sono sempre più vicini e molti fan dei tennisti ATP e delle tenniste WTA sono in trepidante attesa. Quest’anno, tra l’altro, sembra che ci siano anche dei ritorni fuoriclasse come quello di Serena Williams che, dopo 3 anni, torna a calcare la rutilante terra rossa del Foro Italico.

Le racchette utilizzate durante i match dei top players mondiali, come Fognini, Nadal, Djokovic, sono dei veri e propri oggetti di culto e, tra aneddoti epici che le riguardano e performance eccezionali, non ci sono sfuggiti dettagli talmente inediti, a volte, da sembrare leggendari: sembra quasi che le pignolerie e le velleità dei giocatori si rivelano nel rapporto feticistico con la loro racchetta che registra differenze di gioco, impercettibili al nostro occhio ma per loro vitali.

E così accade che le racchette sono state protagoniste degli eccessi e degli slanci, nel bene e nel male, dei loro domatori: dalla Babolat distrutta violentemente in campo da Dominic Thiem per la sconfitta contro Fognini, agli internazionali BNL del 2018, all’altra Babolat, di Nadal messa all’asta di beneficenza dalla Associazione Dynamo Camp Onlus per bambini affetti da patologie gravi e croniche( principalmente oncoematologiche, neurologiche e diabete). E’ chiaro che, per diventare, però, un oggetto alla ribalta delle cronache dovrà possedere i segreti dei tennisti più amati di sempre ed, in effetti, indagando dietro le quinte di una delle più importanti competizioni tennistiche del mondo, abbiamo scoperto tutte le peculiarità che deve possedere una racchetta per un campione.

Fognini vs Zverev: semplicità contro feticismo

Dietro la potenza o il controllo del gesto atletico del tennista ci sono le corde di una racchetta e dietro le corde, anzi chino su di esse c’è l’incordatore, un ruolo che acquisisce sempre maggiore importanza come ha rivelato a Supertennis Marco Rossani, lo stringer che ha guidato il team degli Internazionali BNL dello scorso anno. Rossani ha guidato una squadra di 10 incordatori, tutti certificati Ersa (European Racquet Stringer Association), un loghista che disegna, usando degli stencil, i loghi sui piatti corde finiti e un vero e proprio runner che va a prendere le racchette direttamente sul campo dai giocatori, in quanto gli incordatori lavorano sempre anche per interventi urgenti, durante lo svolgimento delle partite.

Di solito i top players hanno degli incordatori personali in albergo ma alcuni di loro sono passati da Marco Rossani, negli anni precedenti, e sono emerse differenze e curiosità interessanti che vanno da un eccesso all’altro. Da una parte c’è Fabio Fognini che non ha particolare pretese ma ricerca solo la tensione delle corde di 27 kg verticali 25 kg orizzontali, 4 nodi e utilizza corde Babolat RPM Blast calibro 1.30. Ma vi sono players più esigenti: dall’altra parte, Alexander Zverev e, come lui, molti altri tennisti giovani hanno una sensibilità al tocco molto profonda tanto da percepire delle piccole variazioni anche di tensione dinamica.

Racchette e corde da campioni

Vi sono tennisti molto più fanatici che portano con sè sempre 4 o 5 racchette e le controllano tutte una per una anche dopo una sola ora di allenamento. Alcuni, come Zverev, hanno una tale sensibilità da richiedere quanto tempo prima del match effettuare l’incordatura perché, in base al tempo di assestamento delle corde, varia la modalità di gioco: corde più tese garantiscono più controllo mentre a corde più soft corrisponde più potenza.

Ecco perché alcuni atleti richiedono che la racchetta venga incordata la sera prima del match e, alcuni di loro, percepiscono variazioni anche di qualche ora, prima o dopo. In genere i fuoriclasse prediligono un’ incordatura ibrida, di solito, budello naturale e monofilamento sintetico, mentre, ad esempio, il 75% del mondo WTA preferisce l’incordatura monocorda. È infine curioso che, mentre la media delle tensioni è 22/23 Kg, specie nel settore maschile, tra le donne, la media è risultata 25,2 kg.

La media è di 2/3 chili in meno per gli uomini: sembra insomma che il circuito WTA preferisca migliorare il controllo a scapito della potenza. Quanto questo possa ripagare in partita, lo scopriremo ai prossimi Internazionali BNL 2019, tutti pronti?

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