Karin è una campionessa sfuggita davvero ad ogni pronostico come accade per quelle atlete purissime che si fanno guidare solo da un’indomabile passione, in questo caso, per il tennis: il Forum l’ha vista scintillare sui suoi campi tantissime volte perché Karin ha allenato per anni il suo temibile destro sui campi in terra rossa di uno tra i circoli più blasonati della capitale.
Karin ha vinto due tornei WTA a Tashkent e a Norimberga quando ha battuto Roberta Vinci per 7-6 4-6 6-1 raggiungendo la 33° posizione del ranking mondiale nel 2015. Ma Karin non è un atleta che può essere definita dai numeri: le 7/8 operazioni chirurgiche che ha affrontato a causa di problemi cardiaci e muscolari, di diversa natura, non hanno scalfito infatti il talento di un’atleta epica che ha lottato contro le avversità con una storia personale inedita. Nonostante la discontinuità della sua carriera dovuta agli infortuni e i referti medici di “non idoneità” la sua passione motrice ha vinto su tutto.
Al Forum sport center è legata a doppio filo: sposata con Francesco Piccari, allenatore della Scuola Piccari, accademia di Tennis prestigiosa a Roma, lustro del Forum, questo circolo è stato per Karin un punto di riferimento, lungo il suo percorso e forse potrebbe tornare ad esserlo ma, dall’altra parte della rete, questa volta… Scopriamo perchè in questa intervista!
D: Karin, la tua carriera è un po’ un’epopea come certe storie che si vedono nei film, è una grande storia sportiva e umana. Cosa ha ispirato la tua incrollabile motivazione?
Il tennis è la mia passione, non ho mai voluto arrendermi e non ho mai voluto credere che non ce l’avrei fatta. Se faccio un salto indietro nella memoria, alla partita con cui ho concluso la mia carriera, in quel momento, non avrei mai pensato che sarebbe stata l’ultima. Anche quando i medici mi dicevano che sarebbe stato impossibile, non ho mai creduto che lo fosse.
D: Quindi basta crederci?
Basta crederci ma non solo, c’è anche duro lavoro, io mi allenavo un quarto di quanto si allenavano le altre e pagavo questa non continuità. Eppure, anche se la mia carriera ha sofferto di questi inciampi di salute, il lavoro paga sempre perché, nonostante tutto, i risultati sono arrivati.
D: Quale vittoria ti ha fatto gioire di più?
Una gioia immensa è stata la prima vittoria in un torneo WTA perché è arrivata in un momento buio e proprio in quel momento ho investito su me stessa, mi sono portata, nel torneo, il mio preparatore atletico ed è stata una delle vittorie più belle e inaspettate, anzi la più bella perché inaspettata.
D: Tu sei l’esempio che lo sport non è solo un grande slam, o un ranking ma è fatto di passione e sfida dei propri limiti perché è così che si arriva a Wimbledon, è così che arrivano i risultati.
Passione, duro lavoro e…spirito di adattamento, bisogna riuscire ad adattarsi a tutte le situazioni perché si è sempre in giro per il mondo. Il cibo cambia continuamente, ora fa troppo caldo, ora troppo freddo, umido, secco, insomma devi essere un po’ nomade se sei una tennista professionista.
D: Cosa ha significato durante questa carriera il Forum per te? E’ stato un compagno di viaggio oppure un luogo protetto in cui rifugiarsi?
Entrambi. E’ un luogo dove mi sono sempre allenata e che ricordo benissimo: soprattutto naturalmente nei suoi bellissimi campi da tennis, credo che Forum sia tutto ciò di cui uno sportivo ha bisogno per allenarsi. Sono stati sempre tutti così gentili con me: sentirsi così accolti da un punto di vista umano è quello che più ti colpisce a dispetto delle grandi dimensioni della struttura che può apparire dispersiva ed invece preserva il rapporto umano tra le persone. Il tennis resta una grande famiglia.
D: Alla generazione del “tutto e subito” quanto è importante trasferire il valore dell’intraprendere un percorso?
È importantissimo, soprattutto in questo sport, perché, se tutto va bene puoi vincere un torneo al mese, che significa che almeno una volta alla settimana puoi perdere una partita: è naturale affrontare un percorso in mezzo al quale ci saranno delle sconfitte. Alcune che pesano di più e altre di meno. Bisogna sempre visualizzare un progetto e seguirne la strada senza arrendersi.
D: Quale valore pensi di incarnare di più? La determinazione o la resilienza?
La determinazione e la resilienza: dopo 7 – 8 interventi sono molto orgogliosa di quello che ho fatto. Nonostante i miei infortuni hanno prevalso la resistenza la determinazione.
D: Che cosa vedi nel futuro?
Il tennis è la mia vita e sarà sempre la mia vita e quando la mia piccola sarà cresciuta tornerò ad allenare. L’allenamento dei più piccoli rappresenta per me il completamento di un percorso. Può aiutare i più piccoli e i più giovani a non commettere i miei stessi sbagli.
D: Quindi ti rivedremo al Forum ma…da allenatrice?
Chissà.. è possibile…