attività fisica e virus

L’attività fisica ci protegge da 200 virus differenti

E’ stato scoperto che l’attività fisica stimola le cellule Natural Killers, dei linfociti che sono direttamente in grado di distruggere una varietà di cellule infettate dal virus.

Fare attività fisica è una scelta che influisce sul nostro sistema immunitario tanto quanto l’alimentazione, la qualità dell’aria che respiriamo, il livello di stress e in generale lo stile di vita che conduciamo.

Rafforzare il sistema immunitario vuol dire alzare il nostro livello di difesa nei confronti di infezioni respiratorie comunemente conosciute come raffreddore, tosse e influenza.

Ad essere precisi un’attività aerobica frequente ci protegge da circa 200 virus differenti, in particolare rinovirus e coronavirus.

Una crescente interesse dalla ricerca in questo campo ha fatto emergere infatti correlazioni di diverso tipo tra esercizio fisico e la suscettibilità a URTI (Upper Respiratory tract infection) e cioè le infezioni acute del tratto respiratorio: tosse, raffreddore, influenza, sinusite, tonsillite, mal di gola, ecc.

Vediamo perché e come dobbiamo allenarci per proteggerci da queste infezioni e quando al contrario lo sport può essere controproducente e abbassare le nostre difese immunitarie.

Un’attività fisica moderata e costante riduce il rischio di ammalarci

Secondo lo studio di Nieman un gruppo di 1102 adulti tra i 18 e i 55 anni (60%femmina e 40% maschi) sono stati seguiti per 12 settimane nel periodo invernale e autunnale. I partecipanti hanno registrato la loro frequenza di attività aerobica e valutato il loro livello di forma fisica. Il risultato è stato che un’elevata frequenza di attività fisica correlata ad un’alta percezione della propria forma fisica si presenta insieme ad una riduzione del rischio di ammalarsi, della gravità della malattia e della sintomatologia.

sistema immunitario e attvità fisica

Altri studi hanno confermato la tendenza: una moderata ma frequente, meglio ancora quotidiana, purchè sia moderata (30 min) attività aerobica, riduce il rischio di ammalarsi e la gravità della sintomatologia.

In un secondo studio di Neiman 36 donne tra i 25 e 45 anni, leggermente obese o in sovrappeso si sono allenate per 5 giorni alla settimana per 45 minuti con una camminata veloce al 60% della frequenza cardiaca di riserva per 15 settimane. L’attività citotossica è aumentata del 57% rispetto al solo 3% del gruppo di controllo sedentario: si tratta delle famose cellule Natural Killer che si attivano con l’esercizio fisico e che hanno il compito di distruggere le cellule infette.

Attività fisica durante l’epidemia: lo studio di Hong Kong

Una ricerca effettuata nel 2008 da Chit – Ming Wong ha dimostrato che, durante l’epidemia di influenza ad Hong Kong del 1998, la percentuale di mortalità è minore tra le persone che hanno praticato attività fisica, da lieve a moderata.

Al contrario un livello di mortalità più elevato è stato riscontrato tra chi svolgeva troppa attività fisica: si tratta della famosa curva J che è ben dimostrata nel grafico sottostante: all’aumentare dell’intensità dell’esercizio fisico si crea una “finestra aperta” (open window) in cui aumenta il rischio di ammalarsi. E’ ciò che può accadere agli atleti agonisti che dopo un attività intensa e prolungata (ad esempio una maratona) vedono abbassare le loro difese immunitarie.

l'attività fisica migliora il sistema immunitario

*La rassegna di studi è stata estrapolata da una ricerca di ELAV https://www.elav.eu/ insieme alle immagini dei grafici riportati in questo articolo.

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