Un incontro che apre gli occhi ed il cuore, avere la possibilità di conoscere uno sportivo, ma soprattutto una persona speciale che da molto tempo combatte contro un mostro invisibile, ma che nonostante tutto non è riuscito a togliergli la determinazione
Un esempio di caparbietà, dedizione e voglia di ricominciare di una persona che, nello sport, ha trovato la capacità di affrontare una nuova fase della vita. Tutto questo e molto altro è Paolo Fulli socio storico del Villa Aurelia, che da quando ha memoria fa sport e conosce quel mondo fatto di determinazione, sudore, fatica e traguardi a volte così difficili da superare.
Ci sentiamo al telefono e al volo mi racconta un pò di cose affascinanti cosi tanto da decidermi per un caffè, ma Paolo viene all’appuntamento con l’autobus e dalla fermata va a piedi fino al Club, tanto è che lo richiamo per offrirmi di andarlo a prendere, ma lui testardo come è, mi dice “no, mi faccio una passeggiata” ci vediamo fra mezz’ora!
Un caffè seduti al tavolo del bar che diventa un incontro di quasi due ore, perché parlare con Paolo è un momento di arricchimento per chiunque, lo riconosco dalla foto su Whatsapp, gli vado incontro lo chiamo e lui si volta e mi bacia le guance, con una naturalezza tale da farmi sentire subito a mio agio. Ci sediamo ed è un fiume inarrestabile di parole e di sensazioni forti.
Mi racconta che da quando ha 14 anni soffre della sindrome di Usher (malattia genetica relativamente rara che induce alla sordo-cecità) e mi viene a dire che questo cinquantenne cosi atletico lotta da quando è bambino con questo sorriso?
Paolo non è solo impegnato nel suo sport ma anche nella crescita di due stupende bambine e si allena quotidianamente anche indoor per essere sempre preparato alla sua gara preferita che è il Gigante.
Ecco che inizia a parlarmi della montagna, la sua passione, Paolo è una valanga di sensazioni e ricordi e la parola “vedere” è d’obbligo qui perché Paolo ti fa “vedere“ letteralmente le cose che racconta, ti ci fa entrare dentro, te le fa vivere sulla pelle senza imbarazzo e senza nessuna barriera mentale.
Paolo da pochi mesi a questa parte è diventato un campione di sci, uno sport tosto, uno sport che ti massacra il fisico, ma come lo racconta lui sembra che voli sulla pista.
Ma lo sapete come funziona lo sci per chi non può vedere?
Ora ve lo racconto; per sciare si ha bisogno di potenza e tecnica, ma non solo, anche di una grande ed assoluta empatia con la guida. Paolo ha due guide eccezionali che sono Willy Piller, Appuntato Scelto della Scuola Alpina Guardia di Finanza Predazzo (TN) e Massimo Zangrando Maresciallo dei Carabinieri di EGNA (BZ), che sono i suoi occhi e la traccia della sua sciata.
Ma che fanno Willy e Massimo sciatori professionisti delle forze armate? Si posizionano davanti a lui e con una auricolare indicano con la massima precisione il percorso e gli ostacoli che si trova ad affrontare. Un gioco di squadra che si affina ogni volta, cambi di tecniche e postura sono all’ordine del giorno, la sincronizzazione deve essere massima, l’empatia e la fiducia alle stelle, non ci si può e non si deve sbagliare
Se vedeste i video di Paolo che scia, con quale leggiadria e morbidezza solca la neve.
Le guide sono delle figure che aiutano non solo Paolo, ma anche tante famiglie che arrivano a Predazzo con la speranza di far vivere ai propri figli colpiti da disabilità un momento magico, un momento di pura immersione con la neve.
C’è la neve che scende, la neve che segna la fine della bella stagione, la neve appena caduta, la neve soffice su cui si fa fatica a camminare, la neve dura e cristallina, quella che si è sciolta e poi ricongelata, la neve su cui è piovuto sopra, la neve farinosa, la neve trasportata dal vento, la neve con cui il vento copre gli oggetti, la neve dura che cede sotto il peso dei passi. E anche chi ha una disabilità sensoriale, motoria, oppure chi è affetto da celebrolesione riesce a percepire la bellezza che lo circonda e l’intensità del momento vissuto.
A Predazzo in provincia di Trento, l’Associazione Dilettantistica SportABILI, una realtà ben consolidata nata 20 anni fa ma ancora poco conosciuta, ha dato vita ad un progetto molto ambizioso che vede persone con varie disabilità mettersi in gioco nelle varie attività sportive e ricreative come lo sci nordico, lo sci alpino, il rafting e tanto altro con personale altamente qualificato. Ogni persona ha la possibilità di poter trascorrere dei giorni immersi nello sport e nella natura con notevoli benefici. I volontari sono un valore aggiunto nella nostra società e grazie a loro anche i diversamente abili possono praticare lo sport.
A marzo scorso Paolo si è classificato al II° posto nel Campionato Nazionale Uisp Sci Alpino nella categoria non vedenti, il sorriso di chi vince non solo nello sport ma anche nella vita è il più bello. Molte le gare della federazione lFISIP (CONI) II Posto Campionati Italiani categoria non vedenti SuperG e Coppa Italia 23-25 Marzo 2017 Passo San Pellegrino (TN). Oltre a quella già citata della UISP Obbereghen (BZ) e Pozza di Fassa (TN) pista Alloch.
Un cieco che mette gli sci è uno che non accetta il proprio limite.
É una persona che costruisce la sua normalità e la sua vita quotidiana sui quattro sensi, e nemmeno immaginate il mondo che c’è in quei quattro sensi , un mondo a noi precluso dove non c’è la parola “arrendersi” dove c’è la rivincita del proprio limite di adeguarsi alla normalità degli altri, a vivere il bello della propria esistenza.
Ecco Paolo è tutto questo ed anche di più “Se posso fare questo posso fare tutto” lo ripete di continuo con i suoi occhi che brillano, si brillano di quella gioia di vivere, di poter comunicare un grande messaggio di sport e di vita.
Se incontrate Paolo sull’autobus oppure mentre cammina per una strada ancora non adeguata da una società “cieca”, fermatevi a parlare con lui e guardatelo negli occhi sì negli occhi, troverete un uomo innamorato della vita e dello sport.
Federica Giancristofaro